Cadroe di Metz

San Cadroe di Metz

Abate

 
Nascitaverso il 900
Morte971 o 976[1]
Venerato daTutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
Ricorrenza6 marzo
Manuale

Cadroe o Cathróe di Metz (900 c. – 971 o 976 [1]) è stato un abate scozzese. La sua vita è registrata in un'agiografia scritta subito dopo la sua morte da un monaco del monastero di San Felice di Metz, dove Cathróe era abate. Alcune miracolose guarigioni vennero attribuite a Cathróe durante la sua vita, e venne già considerato santo subito dopo la sua morte.

Biografia

Per le informazioni contenute su eventi in Lotaringia e Germania, e sugli atteggiamenti del tempo, la vita di Cathróe è di particolare interesse per gli storici per la luce che getta sulla Scozia meridionale del X secolo.

Indagando a fondo su Cathróe, il suo nome ha dimostrato di essere un ostacolo alla comprensione. Nella sua Vita, è comunemente indicato come Cathroe, ma esistono altre forme come Cadroe e Kaddroe, che si avvicinano a quelli usati dopo a Metz (Cadroe, Kadroe).[2] I suoi biografi spiegano che il significato sarebbe "soldato nelle terre del Signore" (bellator in castris Dominis).[3] Alcuni studiosi hanno ipotizzato che ciò che il monaco udì e trascrisse erano dei linguaggi brittonici, e più esattamente cumbrici antichi, il primo elemento del quale era il cumbrico Cat "battaglia".[4] Comunque, seguendo l'esempio di John Colgan, David Dumville favorisce una etimologia goidelica. Egli fa notare che il nome Cathróe è attestato nel Vecchio e nel Medio irlandese e può essere spiegato come un significato complesso "campo di battaglia" (Cath, affine con il gallese gatto, + róe).[5]

Cathróe nacque intorno al 900. Suo padre era Fochereach, un nobile e sua madre Bania, anch'essa appartenente alla nobiltà. Dopo la nascita di un fratello di nome Mattadán, Cathróe venne messo sotto la tutela di suo zio was Beanus (San Bean; vi sono diversi santi gaelici con questo nome).

Pellegrinaggio

Bean mandò suo nipote a studiare in Irlanda ad Armagh, dove sembra abbia imparato sia il latino che il greco. Tornò in Scozia ad insegnare nel monastero di suo zio. Alcune visioni convinsero Cathróe a lasciare la Scozia per divenire un pellegrino. L'agiografo ci dice che «...il re che governava la terra, Costantino, si affrettò a trattenerlo». Cathróe entrò nella "casa della beata Brigida", si presume che fosse il monastero dedicato a Santa Brigida d'Irlanda a Abernethy. "Un certo abate, chiamato Maelodair [Máel Odran]" persuase il re Costantino di consentire a Cathróe di andarsene, e di aiutarlo nel suo viaggio. «Allora tutti lo aiutarono con oro e argento, con vesti e cavalli e lasciarono [Cathróe] con la benedizione di Dio, che, condotto dallo stesso re, giunse in terra di Cumbria». Lo scrittore ci dice che il re Dovenaldus governava i Cumbri e che era parente di Cathróe. Il re scortò Catroe a Loidam Civitatem (da individuare come Leeds o Carlisle), «...che è il confine tra la Cumbria e gli Uomini del Nord».

A York, Cathróe fu il benvenuto, dice lo scrittore, di re Eric, la cui moglie era parente di Cathróe. Questo è problematico in quanto Eric Bloodaxe non si pensa abbia governato York al momento del viaggio, e la moglie di Eric, Gunnhild, si dice fosse norvegese.

Ultimi tempi

Cathróe fu abate di Waulsort per diversi anni, prima che Adelbero vescovo di Metz,[6] gli desse l'amministrazione dell'abbazia di san Felix a Metz.[7]

Culto

Un Ousmann (o Reimann o Erimann) scrisse la sua agiografia.

La sua memoria liturgica cade il 6 marzo.

Note

  1. ^ a b Mario Sgarbossa, I Santi e i Beati della Chiesa d'Occidente e d'Oriente, II edizione, Edizioni Paoline, Milano, 2000, ISBN 88-315-1585-3, p. 138
  2. ^ (EN) David Dumville, St Cathróe of Metz., p. 172 n. 1.
  3. ^ § VI; David Dumville, "St Cathróe of Metz." p. 175 n. 18.
  4. ^ (EN) A.O. Anderson, Early sources. p. lxxiii and 432 n. 2; Alan MacQuarrie, Catroe, who also raises the possibility that the name was Pictish.
  5. ^ (EN) David Dumville, St Cathróe of Metz, p. 172 n. 1. Peter E. Busse, Catroe/Cadroe, sostiene una derivazione celtica sulla base del primo elemento element, ma rimane agnostico su questo punto.
  6. ^ Adalberone I di Bar
  7. ^ Adomnán's Vite Columbae and the cult of Colum Cille in continental Europe. Proceedings of the Royal Irish Academy, Section C, Volume 98, 1998

Bibliografia

  • (EN) Reimann or Ousmann, De S. Cadroe abbate, ed. John Colgan, Acta Sanctorum Hiberniae, Vol. 1. pp. 494 ff; in part reprinted by W.F. Skene, Chronicles of the Picts, Chronicles of the Scots. pp. 106–116; ed. the Bollandists, Acta Sanctorum. 1865. March 1, 473-80 (incomplete); ed. and tr. A.O. Anderson, Early Sources of Scottish History, A.D. 500 to 1286. (from Colgan's edition, pp. 495–7). No full translation has appeared to this date.
  • (EN) Alan Orr Anderson, Early Sources of Scottish History A.D 500–1286, volume 1. Reprinted with corrections. Paul Watkins, Stamford, 1990. ISBN 1-871615-03-8.
  • (EN) E. Peter Busse, Catroe/Cadroe. in Celtic Culture. A Historical Encyclopedia, ed. John Koch. Vol. 1. Santa Barbara, 2006. 356.
  • (EN) D.N. Dumville, St Cathróe of Metz and the hagiography of exoticism., in Studies in Irish Hagiography. Saints and scholars, ed. John Carey, Máire Herbert and Pádraig Ó Riain. Dublin, 2001. 172-88.
  • (EN) Alan MacQuarrie, The Saints of Scotland: Essays in Scottish Church History AD 450–1093. Edinburgh: John Donald, 1997. ISBN 0-85976-446-X.
  • (EN) Alan MacQuarrie, Catroe (900/01–971) in Oxford Dictionary of National Biography. Oxford University Press, 2004. Accessed 27 Jan 2009.

Collegamenti esterni

  • Jean-Michel Picard, Adomnán's Vite Columbae and the cult of Colum Cille in continental Europe (PDF), su Proceedings of the Royal Irish Academy, Section C, Volume 98, 1998. URL consultato il 30 settembre 2007 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2005).
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