Jacopo Napoli
Jacopo Napoli (Napoli, 26 agosto 1911 – Ascea, 19 ottobre 1994[1]) è stato un compositore italiano.
Biografia
Nacque in una famiglia di tradizioni musicali, figlio del rinomato compositore e didatta Gennaro Napoli, con il quale si diplomò in composizione presso il Conservatorio di Napoli, ottenendo allo stesso tempo anche i diplomi di pianoforte e di organo.
Dopo i premi ottenuti ai Littoriali nel 1934 col Quartetto per archi in Mi, e nel 1935 con l’Ouverture per la commedia di Shakespeare Pene d’amor perdute (diretta da Alfredo Casella a Napoli l’anno seguente), ricevette dal Teatro di San Carlo la commissione dell’opera Il malato immaginario, «commedia lirica» tratta da Molière, libretto di Mario Ghisalberti in due quadri e un intermezzo. Andata in scena nel febbraio 1939, ripresa poi al Teatro alla Scala e in alcuni teatri tedeschi, l’opera conobbe un certo favore di pubblico e fu salutata positivamente dalla critica, che vi riconobbe un’efficace rielaborazione dello spirito dell’opera comica settecentesca napoletana, specialmente di Pergolesi.
L’incoraggiante accoglienza lo spinse a concentrare le energie nel campo teatrale, rimasto da allora al centro del suo interesse. Sulle prime ritornò sulla fortunata formula d’esordio con Un curioso accidente, dalla commedia di Carlo Goldoni, ancora su libretto di Ghisalberti, che per le vicende belliche l’opera andò in scena soltanto nel 1950 al Teatro delle Novità di Bergamo, senza grande risalto pubblico.
Nel dopoguerra, abbandonata la sponda del neo-settecentismo alla Wolf-Ferrari, fu la volta di Miseria e nobiltà (Napoli, Teatro San Carlo, 1946), adattamento della celebre commedia di Eduardo Scarpetta. Questo lavoro inaugurò un lungo periodo di stretta collaborazione con Vittorio Viviani, col quale Napoli venne fissando l’attenzione su temi e ambienti meridionali, in una drammaturgia d’impianto tendenzialmente verista. La tappa forse più ambiziosa di tale percorso fu costituita da Mas’Aniello, «tragedia popolare», seconda classificata nel concorso indetto dalla Scala per il cinquantenario della morte di Verdi (Igor Stravinskij, Arthur Honegger, Giorgio Federico Ghedini e Victor De Sabata in giuria) e lì rappresentata due anni dopo con esito alquanto contrastato. A essa fecero seguito I pescatori (1954, da Raffaele Viviani), Il tesoro (1958, da una commedia di Giovan Battista Salviati), Il rosario (1962, Opera di Roma da Federico De Roberto), infine l’atto unico Il povero diavolo (Trieste, Teatro Verdi, 1963) che Napoli stesso, scrivendo all’amico Mario Castelnuovo-Tedesco, definì «una feroce satira a Gounod, Berlioz, Boito, Busoni».
Sulle scelte di Napoli influì peraltro anche il forte vincolo di appartenenza alla cultura della città d’origine: tratto costitutivo del suo profilo di compositore, che si coglie in molte partiture, quali La festa di Anacapri (1940), Le stagioni napoletane su poesie anonime del Settecento (1967), Munasterio (1968, da Salvatore Di Giacomo); a questo tratto si accordò anche il lavoro di recupero dei canti popolari campani (Trascrizioni per l’Antologia della canzone napoletana, Columbia-EMI, 1961; Volume Grida di venditori napoletani, 1968) e la revisione di opere buffe di Domenico Cimarosa, Niccolò Piccinni e Giovanni Paisiello).
Fu docente di composizione presso i conservatori di Cagliari e Napoli: di quest'ultimo, nel 1954, assume la direzione fino all'anno 1962, quando viene nominato direttore del Conservatorio di Milano.
È stato membro del Consiglio Superiore di antichità e belle arti e Accademico di S.Cecilia a Roma, dove, tra il 1972 e il 1976 ricopre la cattedra dell'omonimo conservatorio.
Nel 1975 viene nominato direttore artistico dell'Opera di Roma.
L'anno successivo viene nominato ancora direttore del Conservatorio di Napoli e, allo stesso tempo, direttore artistico del Teatro San Carlo nella stessa città.
Dalla seconda metà degli anni Sessanta, divenuto ormai figura accademica di spicco nel panorama italiano, fu via via meno presente sui palcoscenici nazionali. Dopo aver saggiato strade diverse dal passato mediante l’avvicinamento ai testi di Aleksandr S. Puškin compiuto con Il barone avaro (1970) e Dubrowski II (1973), entrambi su libretti di Mario Pasi, la messinscena di A San Francisco, su un vecchio libretto di Vittorio Viviani ricavato dall’omonimo dramma di Salvatore Di Giacomo (S. Carlo, 1983), sancì un ritorno ai temi più amati.
Suo fratello era l'archeologo Mario Napoli e tra i suoi allievi si ricorda il filosofo musicologo Paolo de Lalla e il direttore d'orchestra Riccardo Muti.
Morì ad Ascea nel 1994.
Poetica
Fu un profondo conoscitore del melodramma, alla cui cantabilità e vocalità, secondo il suo pensiero, la musica del Novecento non avrebbe dovuto mai rinunciare, una presa di posizione che lascerebbe ipotizzare un sintomo di conservatorismo, ma che, in realtà, rifletteva la tendenza all'introspezione nelle forme del passato. Questa necessità del compositore ne investe la sua produzione, in larga parte operistica e teatrale ed influenzata soprattutto dal linguaggio degli autori di scuola napoletana del ‘700, e ne diventa caratterizzante, sebbene ila musica di Jacopo Napoli si sia comunque evoluta negli anni a contatto con le estetiche e le correnti del dopoguerra.
Alcune opere significative
Opere teatrali
- Miseria e Nobiltà di Eduardo Scarpetta (1947)[1]
- Un curioso accidente di Mario Ghisalberti (1950)
- Mas' Aniello di Raffaele Viviani (1953)
Musica vocale
- La passione di Cristo, oratorio, libretto di Giuliano Dati (1950)
- Munasteriu, cantata sacra e profana (1969)
Musica da camera
- Quartetto per archi
- Toccata per pianoforte
- Tempo di Ciaccona per violino solo
- Disegni per flauto
- Ricercare per viola
Liriche
Rivisitazioni
Jacopo Napoli ha rivisitato numerose opere da autori della scuola musicale napoletana del Settecento quali Paisiello, Piccinni, Cimarosa, Raimondi.
Note
Bibliografia
- Storia della Musica; vol.III - pag. 495, ed. UTET
- Dizionario della Musica e dei Musicisti, vol.5 - pag. 324, UTET
- Enciclopedia italiana dei compositori contemporanei, a cura di Renzo Cresti, Pagano editore, (1999), Vol. II, pag. 219 ISBN 88-87463-07-7
- «Nàpoli, Iacopo», in: Dizionario biografico degli italiani, Roma: Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani
Voci correlate
- Cronologia dei direttori e presidenti del conservatorio Giuseppe Verdi (Milano)
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Pier Paolo De Martino, NAPOLI, Jacopo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 77, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2012.
- Jacopo Napoli, in Archivio storico Ricordi, Ricordi & C..
V · D · M | |
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Pittura | 1953 Carlo Carrà · 1954 Filippo de Pisis · 1955 Silvio Livio Rossi · 1956 Felice Carena · 1958 Giuseppe Santomaso · 1960 Renato Guttuso · 1962 Lucio Fontana, Sebastian Matta · 1964 Alberto Burri, Wilfredo Lam · 1966 Arman |
Letteratura | 1951 Amedeo Maiuri · 1952 Giovanni Papini · 1953 Guelfo Civinini, Corrado Govoni, Aldo Palazzeschi · 1954 Alberto Moravia · 1955 Ardengo Soffici · 1956 Bruno Cicognani, Eugenio Montale · 1957 Mario Luzi, Umberto Saba (postumo) · 1959 Riccardo Bacchelli · 1961 Gianna Manzini · 1963 Vasco Pratolini · 1965 Ignazio Silone |
Letteratura per ragazzi | 1955 Folco Quilici · 1956 Guglielmo Bonuzzi, Pietro Sissa, Francesco Valori · 1957 Dino Salvatore Berretta, Roberto Costa |
Filologia | 1952 Margherita Guarducci |
Medicina e Chirurgia | 1954 Francesco Cedrangolo, Silvio Garattini, Tommaso Lucherini, Pietro Valdoni · 1957 Michele Arslan, Ida Bianco, Vittorio Erspamer, Ezio Silvestroni, Luigi Villa · 1959 Sergio Abeatici, Luigi Campi, Raoul De Nunno, Francesco Morino, Gian Franco Rossi, Alberto Zanchetti · 1961 Giovanni Marcozzi · 1963 Vincenzo G. Longo · 1965 Enrico Greppi · 1967 Giovanni Felice Azzone |
Musica | 1956 Mario Zafred · 1960 Ildebrando Pizzetti · 1962 Jacopo Napoli · 1964 Giselher Klebe · 1966 Franco Donatoni · 1968 Marius Constant |
Economia | 1952 Marco Fanno · 1953 Rodolfo Benini · 1954 Corrado Gini · 1956 Luigi Einaudi · 1958 Pasquale Jannaccone · 1960 Costantino Bresciani Turroni · 1962 Giorgio Mortara · 1965 Gustavo Del Vecchio · 1967 Pasquale Saraceno |
Teatro | 1955 Federico Zardi · 1957 Luigi Squarzina · 1959 Giorgio Prosperi · 1961 Diego Fabbri · 1963 Domenico Campana · 1966 Paul Willems · 1968 Natalia Ginzburg |
Giornalismo | 1951 Yvon De Begnac · 1955 Luigi Romersa, Nantas Salvalaggio · 1956 Corrado Calvo, Corrado Pizzinelli, Giuseppe Ravegnani, Giorgio Vecchiato · 1957 Indro Montanelli, Vittorio Zincone · 1959 Luigi Emery · 1961 Luigi Barzini · 1965 Egisto Corradi, Alberto Ronchey, Dario Zanelli · 1967 Gaspare Barbiellini Amidei, Giuseppe Maranini, Alberto Giovannini |
Premio Editoriale | 1953 Arnoldo Mondadori · 1956 Neri Pozza, Francesco Vallardi, Enrico Vallecchi · 1957 Luciano De Feo, Mario Pozzi · 1959 Fernando Vallerini · 1960 Antonino Giuffrè · 1961 Paolo Boringhieri, Lia Minneci La Vecchia, Arnoldo Mondadori, Vieri Paoletti · 1964 Sebastiano Genovese |
Storia e Filosofia | (S) 1952 Gioacchino Volpe · 1956 Carlo Guido Mor · 1961 Luigi Salvatorelli · (F) 1953 Ugo Spirito, Luigi Stefanini · 1959 Rodolfo Mondolfo |
Agraria e Alimentazione | (Ag) 1952 Renato Perotti · 1953 Gino Passerini · 1954 Arrigo Serpieri · 1956 Mario Bonvicini, Orfeo Turno Rotini · 1958 Ugo Pratolongo · (Al) 1952 Guido De Marzi · 1953 Pier Giovanni Garoglio · 1958 Sabato Visco |
Scienze Pedagogiche Educazione Civica | (SP) 1965 Giovanni Calò · (EC) 1956 Giovan Battista Artusio, Bruno Betta, Sara Giusti, Enzo Jemma |
Premio Internazionale delle Culture | 1966 UNESCO · 1968 Consiglio d'Europa |
Critica e Storia Letteraria Storia dell'Arte | (CSl) 1952 Giuseppe Antonio Borgese, Ettore Lo Gatto · 1954 Mario Praz · 1957 Quintino Cataudella, Italo Siciliano · 1963 Giovanni Macchia · (SdA) 1955 Mario Salmi |
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