Le vergini cavalcano la morte

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Le vergini cavalcano la morte
Una scena del film
Titolo originaleCeremonia sangrienta
Lingua originaleSpagnolo, inglese
Paese di produzioneSpagna, Italia
Anno1973
Durata92 min
Genereorrore, erotico
RegiaJorge Grau
SoggettoJorge Grau
SceneggiaturaSandro Continenza, Juan Tabar
MusicheCarlo Savina
Interpreti e personaggi
  • Lucia Bosè: Contessa Erzsébet Báthory
  • Espartaco Santoni: Marchese Karl Ziemmer
  • Ana Farra: la nutrice
  • Silvano Tranquilli: il giudice del tribunale
  • Ewa Aulin: Marina
  • Lola Gaos: vecchia fattucchiera
  • Franca Grey: Nadia
  • Enrique Vivò: il sindaco
  • Maria Vico: Maria
  • Angel Menendez: un magistrato
  • Adolfo Thous: Juez
  • Ismael Garcìa Romen: capitano
  • Loreta Tovar: Sandra
  • Raquel Ortuňo: Irina
  • Ghika: Inge
  • Miguel Buňuel: segretario
  • Francisco Agudin: postino
  • Antonio De Mossul: il falconiere
  • Fabian Conde: tutore dell'ordine
  • Estanis Gonzales: locandiere
  • Antonio Puga: sig. Olaos
  • Rafael Vaquero: pittore
  • Roberto Daniel: Plojovitz
  • Angel Rodal: Mario
  • Juan Josè Otegui: servitore
  • Ramon Pons: informatore
  • Mari Paz Ballesteros: locandiera
  • Sergio Alberti: il sergente
  • Sofia Nogueras: una bambina
  • Kyno Pueyo: mozzo della locanda
  • Fernando De Bran: parroco
  • Rafael Frìas: bambino sul cavallo

Le vergini cavalcano la morte è un film del 1973 diretto da Jorge Grau.

Il soggetto è ispirato da un personaggio storico, la contessa magiara Erzsébet Báthory, processata per stregoneria e condannata nel 1610 ad essere murata viva.

Trama

Inizio Ottocento. Erzsébet Báthory e il marito Karl Ziemmer sono una ricca coppia di nobili. I due, seguendo i consigli della vecchia nutrice di Erzsébet, sgozzano fanciulle vergini per assicurare alla contessa il sangue necessario a mantenere la sua pelle indenne dall'invecchiamento. Ma Karl commette l'errore di innamorarsi di una delle vittime designate, la bella Marina, provocando l'ira della moglie che finirà con l'ucciderlo di proprio pugno. Il suo assassinio smaschera la vampira: la donna, senza alcuna remora, ammette le sue colpe nonostante la nutrice intervenga per farla tacere. I giudici, appurate le colpe, condannano la contessa ad essere murata viva e sentenziano che la vecchia nutrice sia privata della lingua per rimanere, poi, a servizio della contessa fino alla morte di una delle due.

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