Reposiano

Pagina del codice Salmasianus, principale “testimonio” dell'Anthologia Latina in cui è il carme di Reposiano

Reposiano (in latino Reposianus; III secolo – ...) è stato un poeta romano in lingua latina del III o IV secolo.

Biografia

Reposiano, a giudicare dallo stile e dalla metrica, sarebbe fiorito nel III secolo d.C. Infatti, se la tecnica del verso è in generale abbastanza corretta, si riscontrano imprecisioni prosodiche che attestano lo scadimento del senso della quantità verificatosi durante quest'epoca[1].

La relazione di Venere e Marte

Nella sua opera, il vivace epilio in 182 esametri De concubitu Martis et Veneris, Reposiano descrive il tema omerico[2] e la ripresa lucreziana[3] degli amori di Marte e Venere.
Il poemetto, che si evidenzia come una variazione retorica sul tema omerico, è ricco di divagazioni ecfrastiche sullo scenario naturale in cui le due divinità si incontrano per i loro amplessi, anche se Reposiano mira a dare una coloritura morale al suo epillio:

«O voi, imparate a non esser sicuri
dei vostri amoriː ché Venere stessa,
a cui soggette sono fiamma e ardori,
che amar poteva con sicuro amore,
che insegna insegna inganni e custodisce frodi,
non riuscì a tener segreti incontri»

(Vv. 1-5 - trad. A. D'Andria)

Inoltre, la tendenza sovrabbondante e artificiosa di Reposiano lo porta ad una amplificatio eccessiva, quasi barocca, che risolve l'epillio in pura descrizione, mentre la narrazione propriamente detta si limita ad una porzione minima e assai sbrigativa.

Sulla traccia narrativa si sviluppano anche qui eleganti descrizioni di maniera, come quella del bosco in cui i due si incontrano, e non si rifugge dall'indugiare anche sull'esaltazione plastica dei due corpi divini, tratto quest'ultimo riconducibile a un tipico gusto del periodo. Le tematiche e lo stile in generale sono analoghi a quelli di Pentadio: senso cosmico dell'amore, rapporto tra l'amore e il rifiorire primaverile della natura, erudizione, eleganza formale.

Note

  1. ^ M. Lenchantin De Gubernatis, Reposiano, in Enciclopedia Italiana.
  2. ^ Odissea, VIII, 266-366.
  3. ^ Nel proemio del De rerum natura.

Bibliografia

  • F. Roncoroni, Note a Reposiano (« Anth. Lat. » c. 253 R.), in «Aevum», 1969, pp. 291 ss.
  • D. Gagliardi, Da Petronio a Reposiano, Napoli 1967, pp. 100 ss.
  • U. Zuccarelli, Reposiano, Concubitus Martis et Veneris, Napoli, Libreria Scientifica Editrice, 1972.

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Collegamenti esterni

  • Reposiano, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Modifica su Wikidata
  • Massimo Lenchantin De Gubernatis, REPOSIANO, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936. Modifica su Wikidata
  • Reposiàno, su sapere.it, De Agostini. Modifica su Wikidata
  • (LA) Opere di Reposiano, su Musisque Deoque. Modifica su Wikidata
  • (EN) Opere di Reposiano, su Open Library, Internet Archive. Modifica su Wikidata
  • Testo in latino De concubitu Martis et Veneris, su divusangelus.it. URL consultato il 15 ottobre 2006 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2006).
Controllo di autoritàVIAF (EN) 281977013 · ISNI (EN) 0000 0003 8874 2238 · CERL cnp00588894 · LCCN (EN) n2001026427 · GND (DE) 118788396 · BNE (ES) XX1085773 (data) · BNF (FR) cb128686041 (data)
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