No Chance in Hell di Jim Johnston feat. Peter Bursuker
Sponsor
10-10-220
Cronologia pay-per-view
Rock Bottom: In Your House
Royal Rumble 1999
St. Valentine's Day Massacre: In Your House
Progetto Wrestling
Manuale
Royal Rumble 1999 è stata la dodicesima edizione dell'annuale pay-per-view omonimo, prodotto dalla World Wrestling Federation. L'evento si è svolto il 24 gennaio 1999 al Arrowhead Pond of Anaheim di Anaheim, California.[1] La tag-line dell'evento (No Chance in Hell) deriva da una promessa fatta da Mr. McMahon a Stone Cold Steve Austin, in quanto il primo entrante nel Royal Rumble match non aveva "nessuna possibilità" di vincere l'omonimo incontro. La colonna sonora dell'evento, era basata sulla frase No Chance in Hell, che in seguito sarebbe diventata la musica di entrata per la stable di McMahon, la Corporation e in seguito; come musica di ingresso di McMahon.
Minor tempo di permanenza sul ring: Gillberg (00:07)
Maggior numero di eliminazioni: Stone Cold Steve Austin (8)
Stone Cold Steve Austin e Mr. McMahon stabilirono un record di 56 minuti di permanenza. Austin, inoltre, divenne il primo wrestler ad essere l'iron-man del Royal Rumble match per più di una volta (1997 e 1999); mentre McMahon divenne il wrestler più anziano a vincerne una (53 anni).
Stone Cold Steve Austin eguagliò il record di Hulk Hogan (1989, 1990 e 1991) del maggior numero di eliminazioni effettuate per tre Rumble consecutive (1997, 1998 e 1999).
Stone Cold Steve Austin arrivò per la terza volta consecutiva tra gli ultimi tre come Hulk Hogan (1990, 1991 e 1992) e come Shawn Michaels (1994, 1995 e 1996). Austin, inoltre, divenne il primo e tuttora unico wrestler ad arrivare tra gli ultimi due finalisti per tre Rumble consecutive.
Per la prima volta nella storia di un Royal Rumble Match, una donna (Chyna) entrò a far parte della rissa reale.
Mr. McMahon diventò il primo wrestler a vincere un Royal Rumble match effettuando solamente un'eliminazione.
Note
^(EN) WWE Results: Royal Rumble 1999[collegamento interrotto], su thedirtydeeds.co.uk, The Dirty Deeds, 24 gennaio 1999. URL consultato il 12 giugno 2016.