Spazio Lp

Il titolo di questa pagina non è corretto per via delle caratteristiche del software MediaWiki. Il titolo corretto è Spazio Lp.

In matematica, e più precisamente in analisi funzionale, lo spazio L p {\displaystyle L^{p}} è lo spazio delle funzioni a p-esima potenza sommabile. Si tratta di uno spazio funzionale i cui elementi sono particolari classi di funzioni misurabili.

Lo spazio delle successioni a p-esima potenza sommabile è inoltre detto spazio l p {\displaystyle l^{p}} . In particolare, lo spazio l2 delle successioni a quadrato sommabile rappresenta un caso di notevole importanza.

Gli spazi L p {\displaystyle L^{p}} , con 1 p {\displaystyle 1\leq p\leq \infty } , sono spazi di Banach. In particolare, L 2 {\displaystyle L^{2}} è anche uno spazio di Hilbert.

Definizione

Sia ( X , M , μ ) {\displaystyle (X,{\mathfrak {M}},\mu )} uno spazio di misura e sia 1 p {\displaystyle 1\leq p\leq \infty } . Sia inoltre f : X R {\displaystyle f\colon X\longrightarrow \mathbb {R} } una funzione misurabile. Si distinguono i seguenti due casi.

Caso p finito

Si definisce norma p-esima o norma L p {\displaystyle L^{p}} di f {\displaystyle f} il numero

f p = ( X | f | p d μ ) 1 p . {\displaystyle \|f\|_{p}=\left(\int _{X}|f|^{p}d\mu \right)^{\frac {1}{p}}.}

Valgono le seguenti due proprietà: l'omogeneità rispetto al prodotto per scalare,

λ f p = | λ | f p , {\displaystyle \|\lambda f\|_{p}=|\lambda |\|f\|_{p},}

e la disuguaglianza triangolare,

f + g p f p + g p . {\displaystyle \|f+g\|_{p}\leq \|f\|_{p}+\|g\|_{p}.}

Lo spazio L p ( X , M , μ ) = { f : X R  misurabili : f p < } {\displaystyle L^{p}(X,{\mathfrak {M}},\mu )=\{f:X\longrightarrow \mathbb {R} {\text{ misurabili}}:\Vert f\Vert _{p}<\infty \}} delle funzioni misurabili con norma L p {\displaystyle L^{p}} finita, indicato anche come L p ( X ) {\displaystyle L^{p}(X)} , L p ( μ ) {\displaystyle L^{p}(\mu )} o solo L p {\displaystyle L^{p}} risulta essere, per le suddette proprietà della norma p {\displaystyle \Vert \cdot \Vert _{p}} , uno spazio vettoriale reale.[1] Le funzioni in L p {\displaystyle L^{p}} si dicono a p-esima potenza sommabile.[2] In particolare, dalla disuguaglianza triangolare segue che la somma di due o più funzioni p {\displaystyle p} -sommabili è ancora p {\displaystyle p} -sommabile. A rigore, la norma p {\displaystyle \Vert \cdot \Vert _{p}} è una seminorma a causa della presenza di funzioni nulle quasi ovunque. Per rendere p {\displaystyle \Vert \cdot \Vert _{p}} una norma si definisce f = g {\displaystyle f=g} se f g p = 0 {\displaystyle \Vert f-g\Vert _{p}=0} , cioè due funzioni sono equivalenti se sono uguali quasi ovunque. L'insieme quoziente rispetto a questa relazione d'equivalenza è ancora uno spazio vettoriale, su cui la seminorma risulta essere una norma a tutti gli effetti. Questo spazio normato è lo spazio L p {\displaystyle L^{p}} . Poiché tale norma risulta essere completa, esso è inoltre uno spazio di Banach.

Caso p infinito

Se f : X R {\displaystyle f\colon X\longrightarrow \mathbb {R} } è una funzione misurabile, allora definiamo la sua norma del sup essenziale o norma infinito

f = inf { C 0 : | f ( x ) | C  quasi ovunque } , {\displaystyle \|f\|_{\infty }=\inf\{C\geq 0:|f(x)|\leq C{\text{ quasi ovunque}}{\big \}},}

con la convenzione inf = + {\displaystyle \inf \emptyset =+\infty } . Se definiamo

L ( X ) = { f : X R  misurabili : f < } , {\displaystyle L^{\infty }(X)=\{f:X\longrightarrow \mathbb {R} {\text{ misurabili}}:\Vert f\Vert _{\infty }<\infty \},}

e come sopra definiamo come equivalenti due funzioni quasi ovunque uguali, {\displaystyle \Vert \cdot \Vert _{\infty }} è una norma su L ( X ) {\displaystyle L^{\infty }(X)} che risulta essere uno spazio di Banach.

La norma infinito non va confusa con la norma uniforme, e per questo a volte si preferisce usare la notazione

f = ess sup X | f | . {\displaystyle \Vert f\Vert _{\infty }={\text{ess sup}}_{X}\,\vert f\vert .}

Tale ambiguità si giustifica osservando che se f L {\displaystyle f\in L^{\infty }} allora esiste un insieme di misura nulla E X {\displaystyle E\subset X} tale che

ess sup X | f | = sup X E | f | . {\displaystyle {\text{ess sup}}_{X}\,\vert f\vert ={\text{sup}}_{X\setminus E}\,\vert f\vert .}

Il nome di "norma infinito" deriva dal fatto che se 1 p < {\displaystyle 1\leq p<\infty } e f L p L {\displaystyle f\in L^{p}\cap L^{\infty }} , allora

f = lim p + f p . {\displaystyle \Vert f\Vert _{\infty }=\lim _{p\rightarrow +\infty }\Vert f\Vert _{p}.}

Generalizzazioni

Gli spazi L p {\displaystyle L^{p}} possono essere definiti anche prendendo come insieme di valori il campo dei numeri complessi. In questo caso lo spazio L p {\displaystyle L^{p}} può essere indicato con L p ( X , C ) {\displaystyle L^{p}(X,\mathbb {C} )} . Una generalizzazione più accentuata considera funzioni a valori in un generico spazio di Banach E {\displaystyle E} . In tal caso, la norma p-esima è definita come

f p = ( X f ( x ) p d x ) 1 p , {\displaystyle \|f\|_{p}=\left(\int _{X}\|f(x)\|^{p}dx\right)^{\frac {1}{p}},}

dove l'integranda è la potenza p-esima della norma dello spazio E {\displaystyle E} . Similmente, si generalizza la norma del sup essenziale.

Lo spazio lp

Consideriamo lo spazio di misura ( N , P ( N ) , μ ) {\displaystyle (\mathbb {N} ,{\mathcal {P}}(\mathbb {N} ),\mu )} , con μ ( A ) = # A {\displaystyle \mu (A)=\#A} la misura del conteggio. Si denota con p {\displaystyle \ell ^{p}} lo spazio L p {\displaystyle L^{p}} associato a tale spazio di misura, ovvero l'insieme delle successioni x = { ξ n } {\displaystyle x=\{\xi _{n}\}} tali che

x p = ( n = 1 | ξ n | p ) 1 p < . {\displaystyle \|x\|_{p}=\left(\sum _{n=1}^{\infty }|\xi _{n}|^{p}\right)^{\frac {1}{p}}<\infty .}

Vi sono tre casi particolarmente importanti:

  • 1 {\displaystyle \ell ^{1}} è lo spazio delle successioni la cui serie converge assolutamente;
  • 2 {\displaystyle \ell ^{2}} è lo spazio delle successioni a quadrato sommabili;
  • {\displaystyle \ell ^{\infty }} è lo spazio delle successioni limitate.

Lo spazio p {\displaystyle \ell ^{p}} è uno spazio di Banach e, per 1 p < {\displaystyle 1\leq p<\infty } , separabile.

Proprietà degli spazi Lp

Nel seguito si espongono le principali proprietà che caratterizzano gli spazi L p {\displaystyle L^{p}} .

Il caso p=2

Nello spazio L 2 ( X , C ) {\displaystyle L^{2}(X,\mathbb {C} )} delle funzioni a quadrato sommabili, la norma è indotta dal prodotto interno:

f , g = X f ( x ) ¯ g ( x ) d x {\displaystyle \langle f,g\rangle =\int _{X}{\overline {f(x)}}g(x)dx}

e quindi L 2 {\displaystyle L^{2}} è uno spazio di Hilbert. Il caso p = 2 {\displaystyle p=2} è molto particolare, dal momento che L 2 {\displaystyle L^{2}} è l'unico spazio di Hilbert tra gli spazi L p {\displaystyle L^{p}} .

Dualità

Se 1 < p < {\displaystyle 1<p<\infty } allora lo spazio duale continuo di L p {\displaystyle L^{p}} , definito come lo spazio di tutti i funzionali lineari continui, è isomorfo in modo naturale a L q {\displaystyle L^{q}} , dove q {\displaystyle q} è tale che:

1 p + 1 q = 1. {\displaystyle {\frac {1}{p}}+{\frac {1}{q}}=1.}

Usando la notazione di Dirac, tale isomorfismo canonico associa a f L q {\displaystyle f\in L^{q}} il funzionale

f | g = X f ¯ g d μ . {\displaystyle \langle f\vert g\rangle =\int _{X}{\bar {f}}g\;{\mbox{d}}\mu .}

Poiché la relazione 1 / p + 1 / q = 1 {\displaystyle 1/p+1/q=1} è simmetrica allora L p {\displaystyle L^{p}} è uno spazio riflessivo: il duale continuo del duale continuo di L p {\displaystyle L^{p}} , detto spazio biduale, è isometrico a L p {\displaystyle L^{p}} .

Per p = 1 {\displaystyle p=1} il duale di L 1 {\displaystyle L^{1}} è isomorfo a L {\displaystyle L^{\infty }} nel caso in cui X {\displaystyle X} sia uno spazio σ {\displaystyle \sigma } -finito. Non è valido il viceversa: il duale di L {\displaystyle L^{\infty }} è uno spazio vettoriale "più grande" di L 1 {\displaystyle L^{1}} e per questo motivo L 1 {\displaystyle L^{1}} non è riflessivo. Ad esempio, sia f f | {\displaystyle f\mapsto \langle f\vert } l'immersione canonica di L 1 ( R ) {\displaystyle L^{1}(\mathbb {R} )} nel duale di L ( R ) {\displaystyle L^{\infty }(\mathbb {R} )} . Osserviamo che l'applicazione g g ( 0 ) {\displaystyle g\mapsto g(0)} , con g L {\displaystyle g\in L^{\infty }} , appartiene al duale continuo di L {\displaystyle L^{\infty }} . Supponiamo, per assurdo, che esista una funzione δ L 1 {\displaystyle \delta \in L^{1}} tale che δ | g = g ( 0 ) {\displaystyle \langle \delta \vert g\rangle =g(0)} per ogni g L {\displaystyle g\in L^{\infty }} . Notiamo che per ogni n 1 {\displaystyle n\geq 1}

δ | 1 = δ | 1 ( 1 / n , 1 / n ) = 1. {\displaystyle \langle \delta \vert 1\rangle =\langle \delta \vert {\mathit {1}}_{(-1/n,1/n)}\rangle =1.}

Tuttavia, per il teorema della convergenza dominata

1 = lim n + R δ ¯ ( x ) 1 ( 1 / n , 1 / n ) ( x ) d x = 0. {\displaystyle 1=\lim _{n\rightarrow +\infty }\int _{\mathbb {R} }{\bar {\delta }}(x){\mathit {1}}_{(-1/n,1/n)}(x)dx=0.}

Si ottiene così un assurdo.

Il duale di L ( μ ) {\displaystyle L^{\infty }(\mu )} è uno spazio un po' più difficile da definire. Si dimostra che se ( X , M , μ ) {\displaystyle (X,{\mathfrak {M}},\mu )} è uno spazio di misura allora il duale di L ( μ ) {\displaystyle L^{\infty }(\mu )} è isomorfo allo spazio di tutte le misure finitamente additive e assolutamente continue rispetto a μ {\displaystyle \mu } .

La disuguaglianza di Hölder

Lo stesso argomento in dettaglio: Disuguaglianza di Hölder.

Siano p > 1 {\displaystyle p>1} e p > 1 {\displaystyle p'>1} due esponenti coniugati, ovvero due numeri reali tali che

1 p + 1 p = 1. {\displaystyle {\frac {1}{p}}+{\frac {1}{p'}}=1.}

Se p = 1 {\displaystyle p=1} allora per convenzione p = {\displaystyle p'=\infty } . Se f L p {\displaystyle f\in L^{p}} e g L p {\displaystyle g\in L^{p'}} allora f g L 1 {\displaystyle fg\in L^{1}} e[3]

f g 1 f p g p . {\displaystyle \|fg\|_{1}\leq \|f\|_{p}\|g\|_{p'}.}

Esplicitando la norma p-esima si ottiene la scrittura equivalente

X f g d μ [ X f p d μ ] 1 p [ X g p d μ ] 1 p . {\displaystyle \int _{X}fgd\mu \leq \left[\int _{X}f^{p}d\mu \right]^{1 \over p}\left[\int _{X}g^{p'}d\mu \right]^{1 \over {p'}}.}

Separabilità

Rispetto alla misura di Lebesgue lo spazio L p ( R n ) {\displaystyle L^{p}(\mathbb {R} ^{n})} , con 1 p < {\displaystyle 1\leq p<\infty } , è separabile. Ad esempio, se B {\displaystyle {\mathcal {B}}} è una base numerabile di R n {\displaystyle \mathbb {R} ^{n}} allora un suo sottoinsieme numerabile denso è costituito dall'insieme delle funzioni del tipo

s ( x ) = j = i n a j χ B j ( x ) {\displaystyle s(x)=\sum _{j=i}^{n}a_{j}\chi _{B_{j}}(x)}

con a j Q {\displaystyle a_{j}\in \mathbb {Q} } e B j B {\displaystyle B_{j}\in {\mathcal {B}}} .

Lo spazio L {\displaystyle L^{\infty }} non è invece separabile in nessun caso se la cardinalità di X {\displaystyle X} è infinita.

Relazioni di inclusione tra spazi Lp

Si può provare, sfruttando la disuguaglianza di Hölder, che se la misura di X {\displaystyle X} è finita allora al crescere di p {\displaystyle p} lo spazio L p {\displaystyle L^{p}} "decresce", ovvero L p L q {\displaystyle L^{p}\supset L^{q}} per ogni p < q {\displaystyle p<q\leq \infty } . Infatti se q = {\displaystyle q=\infty } allora

f p p = X | f | p d μ f p X d μ f p μ ( X ) , {\displaystyle \Vert f\Vert _{p}^{p}=\int _{X}\vert f\vert ^{p}d\mu \leq \Vert f\Vert _{\infty }^{p}\int _{X}d\mu \leq \Vert f\Vert _{\infty }^{p}\mu (X),}

mentre se q < + {\displaystyle q<+\infty } allora per Hölder

f p p = X 1 | f | p d μ | f | p q / p 1 q / ( q p ) = f q p μ ( X ) ( q p ) / q . {\displaystyle {\begin{aligned}\Vert f\Vert _{p}^{p}&=\int _{X}1\cdot \vert f\vert ^{p}d\mu \leq \Vert \,\vert f\vert ^{p}\Vert _{q/p}\Vert 1\Vert _{q/(q-p)}\\&=\Vert f\Vert _{q}^{p}\mu (X)^{(q-p)/q}\end{aligned}}.}

Per esempio, la funzione

f ( x ) = 1 x {\displaystyle f(x)={\frac {1}{\sqrt {x}}}}

appartiene L p ( ( 0 , 1 ) ) {\displaystyle L^{p}{\bigl (}(0,1){\bigr )}} per ogni p < 2 {\displaystyle p<2} . Segue inoltre, dalle disuguaglianze sopra esibite, che l'inclusione di L q {\displaystyle L^{q}} in L p {\displaystyle L^{p}} è una funzione continua.

Note

  1. ^ Rudin, p. 65.
  2. ^ Rudin, p. 64.
  3. ^ Rudin, p. 62.

Bibliografia

  • Walter Rudin, Real and Complex Analysis, Mladinska Knjiga, McGraw-Hill, 1970, ISBN 0-07-054234-1.
  • Gerald B. Folland, Real Analysis: Modern Techniques and their Applications, New York, John Wiley & Sons, 1999, ISBN 978-0-471-31716-6.
  • Haïm Brezis, Analisi funzionale - Teoria e applicazioni, Napoli, Liguori, 1990, ISBN 8820715015.

Voci correlate

  Portale Matematica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di matematica