La tranvia della Valcuvia, in esercizio dal 1914 al 1949, era una linea tranviaria interurbana a trazione elettrica che collegava Cittiglio a Bosco Valtravaglia, percorrendo la Valcuvia.
Indice
1Storia
2Caratteristiche
2.1Percorso
3Galleria d'immagini
4Note
5Bibliografia
6Voci correlate
7Altri progetti
Storia
Cartolina raffigurante il tram della Valcuvia
Un primo progetto per la costruzione di una tranvia lungo la Valcuvia, con trazione a vapore e a scartamento ordinario, risale al 1886: il 31 ottobre di tale anno si costituì infatti un comitato promosso dall'ingegner Enrico Peregrini e Giovanni Maggi allo scopo di promuovere tale collegamento lungo il tracciato non servito dalla ferrovia Novara-Pino, realizzata seguendo l'itinerario del lungolago[1].
Nel 1904 il Peregrini ripropose il progetto, che appariva favorito dalla costruzione della ferrovia Varese-Luino, inaugurata l'anno successivo; nel 1907 si costituì dunque la Società Anonima Tramvie Valcuviane (SATV) da lui presieduta, che provvedette ad affidare la realizzazione del progetto di massima; lo stesso prevedeva tre differenti opzioni di percorso[2]. La società, con sede a Cuvio, aveva un capitale sociale di 800.000 Lire[1].
Scomparso il Peregrini, sostituito nella sua attività dal nipote Giovanni[3], nel 1913 la SATV ottenne la concessione per costruire ed esercire una tranvia a vapore attraverso la Valcuvia[4], permettendo di collegare la valle alle due ferrovie che la lambivano agli estremi.
Nel 1917 la SATV decise di elettrificare la linea e cederne l'esercizio alla SVIE, dato l'identico scartamento (1.100 mm)[5].
Nel 1940 la SVIE cedette l'intera rete ferro-tranviaria alla Società Varesina Imprese Trasporti (SVIT), controllata della Società Elettrica Bresciana, azienda del gruppo Edison[6].
Dopo la seconda guerra mondiale, a fronte della necessità di rinnovare gli impianti e il materiale rotabile, la linea fu chiusa il 30 novembre 1949 e sostituita da un autoservizio: ancora oggi la linea extraurbana N15 gestita da Autolinee Varesine per conto del CTPI segue una significativa parte del tracciato tranviario, snodandosi lungo la valle da Cittiglio a Luino.[7]
Lunga complessivamente 13,7 km, la tranvia della Valcuvia era armata con un binario all'inusuale scartamento di 1.100 mm, il medesimo utilizzato lungo la ferrovia della Valganna.
L'alimentazione della linea aerea avveniva alla tensione continua di 600 V in corrente continua.
Percorso
Molino d'Anna, stazione ferrotranviaria SVIE con in primo piano un tram per Cittiglio
Alcuni dei caratteristici casotti di attesa delle fermate e i principali fabbricati viaggiatori di stazione sono sopravvissuti alla chiusura dell'impianto e riconvertiti ad altri scopi.
^ Marco Bergamaschi, I gruppi aziendali. Dinamiche strategiche e strutture organizzative. Con i casi Edison, FIAT, Pirelli, Zanussi., Padova, CEDAM, 2011, p. 305, ISBN 978-88-13-31443-9.
^Orario generale Ferrovie dello Stato e secondarie - Tranvie - Servizi lacuali ed automobilistici - Navigazione marittima - Linee aeree, quadro 831, Fratelli Pozzo Editori, Torino, luglio 1939, p. 372
Bibliografia
Adriano Betti Carboncini, Binari ai laghi, Salò, Editrice Trasporti su Rotaie, 1992, ISBN 88-85068-16-2.
Maurizio Miozzi, Le tramvie del varesotto, Varese, Pietro Macchione, 2014, ISBN 978-88-6570-169-0.