Tricloruro di boro

Tricloruro di boro
Schema di struttura del tricloruro di boro
Schema di struttura del tricloruro di boro
Modello CPK della molecola di tricloruro di boro
Modello CPK della molecola di tricloruro di boro
Nomi alternativi
cloruro di boro(III)
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareBCl3
Massa molecolare (u)117,17
Aspettogas incolore, fumante all'aria
Numero CAS10294-34-5
Numero EINECS233-658-4
PubChem25135
SMILES
ClB(Cl)Cl
Proprietà chimico-fisiche
Densità (kg·m−3, in c.s.)5,252
Solubilità in acquasi decompone
Temperatura di fusione–107,2 °C (166,0 K)
Temperatura di ebollizione12,6 °C (285,8 K)
Tensione di vapore (Pa) a 293 K160 000
Proprietà termochimiche
ΔfH0 (kJ·mol−1)–404
ΔfG0 (kJ·mol−1)–389
S0m(J·K−1mol−1)290
C0p,m(J·K−1mol−1)62,8
Proprietà tossicologiche
DL50 (mg/kg)2541 ratto
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico
tossicità acuta corrosivo gas compresso
Frasi H280 - 300 - 314 - 330
Consigli P260 - 280 - 304+340 - 303+361+353 - 305+351+338 - 315 - 403 - 405
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Il tricloruro di boro o cloruro di boro(III) è il composto inorganico di formula BCl3. In condizioni normali è un gas incolore che fuma a contatto con l'aria umida, e reagisce rapidamente a contatto con l'acqua. In questo composto il boro è nello stato di ossidazione +3. Viene usato principalmente per la preparazione di fibre di boro da inserire in materiali compositi.

Struttura

BCl3 è un composto molecolare, gassoso in condizioni normali. Come gli altri alogenuri del boro, anche per BCl3 la molecola è planare. Gli angoli Cl–B–Cl sono di 120° e la simmetria è D3h. Le distanze B–Cl sono di 175 pm, significativamente minori di quelle previste per un semplice legame σ; questo suggerisce che sia presente una interazione π tra gli orbitali p perpendicolari al piano molecolare. L'effettiva entità di questa interazione è dibattuta.[1]

BCl3 normalmente non forma dimeri; la possibile formazione di dimeri è stata osservata solo a temperature molto basse (20 K). Questo comportamento contrasta con quello di altri trialogenuri del gruppo 13, come AlCl3 e GaCl3 che formano dimeri.[1]

Sintesi

BCl3 si può ottenere a partire da ossido di boro, acido borico o altri composti di boro effettuando una clorurazione ad alta temperatura tramite cloro, acido cloridrico, fosgene o altri agenti cloruranti.[2] Industrialmente si ottiene per clorurazione diretta di ossido di boro con cloro in presenza di carbone; la sintesi è analoga al processo Kroll che converte il diossido di titanio in tetracloruro di titanio:[1]

B 2 O 3 + 3 C + 3 Cl 2 2 BCl 3 + 3 CO {\displaystyle {\ce {B2O3 + 3C + 3Cl2 -> 2BCl3 + 3CO}}}

In laboratorio si può ottenere facendo reagire trifluoruro di boro e cloruro di alluminio:[1]

BF 3 + AlCl 3 BCl 3 + AlF 3 {\displaystyle {\ce {BF3 + AlCl3 -> BCl3 + AlF3}}}

Reattività

BCl3 è un composto molto reattivo, forte acido di Lewis. Con l'acqua reagisce violentemente formando acido cloridrico e acido borico:

BCl 3 + 3 H 2 O B ( OH ) 3 + 3 HCl {\displaystyle {\ce {BCl3 + 3H2O -> B(OH)3 + 3HCl}}}

Per riscaldamento BCl3 si decompone formando cloro e cloruro di idrogeno.

BCl3 forma addotti con ammine terziarie, fosfine, eteri, tioeteri e ioni alogenuri.[3] Un esempio è BCl3·S(CH3)2 (CAS# 5523-19-3), spesso impiegato come fonte di BCl3 facile da maneggiare, dato che è un solido (p.f. 88–90 °C) che rilascia BCl3:

( CH 3 ) 2 S BCl 3 ( CH 3 ) 2 S + BCl 3 {\displaystyle {\ce {(CH3)2S*BCl3 <=> (CH3)2S + BCl3}}}

L'addotto con lo ione cloruro è [BCl4], specie meno stabile dell'analogo [BF4], e che si può ottenere solo in presenza di controioni molto grandi, tipo [nBu4N]+.[1]

La reazione a temperatura elevata tra BCl3 e magnesio o idrogeno è usata per ottenere varie forme di boro elementare:[1]

2 BCl 3 + 3 Mg 2 B + 3 MgCl 2 {\displaystyle {\ce {2BCl3 + 3Mg -> 2B + 3MgCl2}}}
2 BCl 3 + 3 H 2 2 B + 6 HCl {\displaystyle {\ce {2BCl3 + 3H2 -> 2B + 6HCl}}}

Facendo passare una scarica elettrica attraverso BCl3 a pressione ridotta si formano tetracloruro di diboro, Cl2B-BCl2, e tetracloruro di tetraboro, B4Cl4.[4]

Per reazione tra BCl3 e stannani si ottengono cloruri di boro con sostituenti alchilici o arilici:

2 BCl 3 + R 4 Sn 2 RBCl 2 + R 2 SnCl 2 {\displaystyle {\ce {2BCl3 + R4Sn -> 2RBCl2 + R2SnCl2}}}

Usi

La maggior parte del BCl3 è usato per preparare fibre di boro da utilizzare in materiali compositi per l'industria aeronautica e spaziale, e per attrezzature sportive. Si usa anche nella raffinazione di leghe di alluminio, magnesio, zinco e rame per rimuovere nitruri, carburi e ossidi. È stato usato come flussante per saldare leghe di alluminio, ferro, zinco, tungsteno e monel. Come catalizzatore, in genere per reazioni di Friedel-Crafts, è utilizzato in varie reazioni organiche, ad esempio per la polimerizzazione di olefine e fosfazeni. Viene usato inoltre come precursore per la sintesi di altri composti di boro, e per l'incisione al plasma (plasma etching) nella fabbricazione dei dispositivi a semiconduttore.[2][5]

Indicazioni di sicurezza

BCl3 è disponibile in commercio. Il gas si idrolizza rapidamente all'aria umida formando acido cloridrico e acido borico, ed è corrosivo per la pelle, gli occhi e tutte le mucose. Per inalazione danneggia i polmoni. Non ci sono dati che indichino proprietà cancerogene.[6]

Note

  1. ^ a b c d e f Greenwood e Earnshaw 1997
  2. ^ a b Patnaik 2003
  3. ^ Gerrard e Lappert 1958
  4. ^ Wartik et al. 1967
  5. ^ Brotherton et al. 2002
  6. ^ IFA GESTIS, Pagina del tricloruro di boro sul database IFA GESTIS, su gestis-en.itrust.de. URL consultato il 7 maggio 2012.

Bibliografia

  • (EN) R.J. Brotherton,, C.J. Weber, C. R. Guibert e J.L. Little, Boron compounds, in Ullmann's Encyclopedia of Industrial Chemistry, Hoboken, Wiley-VCH, 2002, DOI:10.1002/14356007.a04_309.
  • (EN) W. Gerrard e M.F. Lappert, Reactions Of Boron Trichloride With Organic Compounds, in Chem. Rev., vol. 58, n. 6, 1958, pp. 1081–1111, DOI:10.1021/cr50024a003.
  • (EN) N.N. Greenwood e A. Earnshaw, Chemistry of the elements, 2ª ed., Oxford, Butterworth-Heinemann, 1997, ISBN 0-7506-3365-4.
  • (EN) P. Patnaik, Handbook of inorganic chemicals, New York, McGraw-Hill, 2003, ISBN 0-07-049439-8.
  • (EN) T. Wartik, R. Rosenberg, W.B. Fox, T.D. Coyle e J.J. Ritter, Diboron Tetrachloride, in Inorg. Synth., vol. 10, 1967, pp. 118–125, DOI:10.1002/9780470132418.ch18.

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